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che lo spirito suo, avendosi pur d’uopo d’alimento, nel lusso lo cerchi e nella sola fama concessale di bellezza, e la bellezza procuri con la vanità, e con la vanità resti ogni amor di famiglia assorbito, e si persuada alfine dover ella unicamente, siccome una odalisca, ornarsi a piacere, d’ogni altra cura immemore e non curante.

Dietro simile educazione io non seppi mai concepire come si osi menar tanto scalpore del mal costume femminile e della poca costanza di sentimenti, e della mobilità dello spirito, e del vacuo cicalìo, e della inutile vita, e dei mille nonnulla di cui assidua la donna si circonda, così significativamente espressi e riepilogati dagli antichi romani con quel felice vocabolo di mondo muliebre! Forse che è lecito all’orticultore querelarsi di raccoglier cavoli dove piantò cavoli, e di non mieter che fieno dove non seminò che erba? Bisogna esser giusti! Cento volte lo dissi ed ancora lo ripeto: lo effetto tien natura della sua causa, e la conseguenza scaturisce spontanea dalla premessa.

Oggidì, a vero dire, s’è mitigato non poco il pregiudizio della femminile pochezza d’intelligenza; ma per essere la società nostra meno idrofoba su questo articolo, non è però più larga nell’offrir mezzi di coltura alla donna che, se ella tenta lo innato ingegno volgere ad utili studii, mille materiali e morali imbarazzi le è d’uopo superare e vincere.

Angusti e stinchi sono i programmi d’insegnamento che la riguardano. Le si parla di tutto, e quando comincia a comprendere le si chiude il libro dinnanzi e le si dice: basta; sicché, s’ella sortì da natura spirito generoso e nobilmente curioso di sapere, vedesi dannata alla pena di Tantalo, nè v’ha provvedimento alcuno che incoraggi il suo genio, quand’anche prepotente si