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letto Napoletano con apposite spiegazioni degli inesauribili tesori di cui è si ricco il poema che ha dato fondo all’Universo, e pubblicherà altresì a piccoli brani le biografie dei nominati da Dante.

Con sì dovizioso corredo non potrà certo venir meno una impresa dalla quale si attende la diffusione di quel patriottico libro, in cui mentre fu cantata la rigenerazione morale della umanità, fu pure celebrato il risorgimento italico sotto una forte autorità, (simboleggiata nell’idea ghibellina), che oggi sarebbe stata voluta nazionale dallo stesso Alighieri (come appunto è) colla caduta del triregno, con Roma non più vedova dolente ma sposa felice.

Z.


(La Rivista Indipendente di Firenze — Anno II. N. 336 Novembre 1869.)

N.° 39.

Il Cavaliere Domenico Jaccarino direttore dei giornali Il Salvatore, Giambattista Vico e Le Sauveteur, ha impreso la pubblicazione del Dante popolare o la Divina Commedia in dialetto Napolitano.

Noi abbiamo ricevuto il primo fascicolo di questa opera del chiarissimo Signore Jaccarino e la raccomandiamo agli amatori del bello e del buono, avendola trovata utilissima, come quella che farà conoscere ai Napolitani le bellezze del poema sublime dell’Alighieri, nel loro naturale linguaggio.

(La Lucerna di Livorno — Anno II. N. 74 — 7 Novembre 1869.)

N.° 40.

La Divina Commedia in dialetto napolitano pel cav. Domenico Jaccarino, Napoli, Tipografia dell’Unione, strada nuova, Pizzofalcone, 2.

Dopo molti anni di durate fatiche, il traduttore è al caso di mettere definitivamente alle stampe la Divina Commedia in vernacolo napolitano; lavoro che meritò di essere ricordato dal professor Zahn alla reale Accademia di Ber-