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rale e civile del popolo. Sebbene noi vorremmo che tutti i dialetti, ricordanza delle nostre antiche divisioni, cessassero una buona volta; tuttavia noi crediamo che fino a che hanno vita, sia profittevole giovarsi dei medesimi per istruire ed educare il popolo, traducendo, nel suo linguaggio quelle bellezze e quei veri tesori che fino ad ora gli furono tenuti nascosti. Rendere popolare il Sacro Poema è opera commendevolissimá, dappoichè, primo monumento letterario del moderno incivilimento, sarà sempre il libro ch’educherà la mente ed il cuore ad alti sensi ed a forti propositi; sarà sempre il libro in cui l’italiano imparerà a pensare ed a fare. Un bravo di cuore al Sig. Jaccarino: prosiegua la sua difficile opera; che riuscirà non inutile al suo paese.

(Il Rubicone di Cesena. — Anno I. N, 56 — 3 Novembre 1869.)

N.° 36.

Bibliografia. — È uscita in questi ultimi giorni in Napoli la prima dispensa del Dante popolare o la Divina Commedia in dialetto napoletano. È un’opera che deve aver costata immensa fatica, e lungo e assiduo lavoro al suo autore Cav. Domenico Jaccarino. A noi, se vogliamo giudicare dal primo canto che abbiamo sott’occhi ci appare una degnissima traduzione del divino Poema epperciò la raccomandiamo ai nostri lettori. Più sotto riportiamo per intero le condizioni d’associazione.

(L’Eco del Popolo di Cremona. — Anno I. N. 24 — 5 Novembre 1869.)

N.° 37.

Il giornale Il Salvatore di Napoli che era il monitore di quella Società umanitaria dei Salvatori, si è fuso nel Giambattista Vico, che fu finora il monitore del Circolo Partenopeo di egual nome, e sarà d’ora in poi delle due istituzioni.

Il Circolo Giambattista Vico, e la Società dei Salvatori sono due fondazioni del chiaro cav. prof. Domenico Jaccarino il quale con una singolare infaticabilità tiene in corso diverse pubblicazioni, e diede in luce testè la prima


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