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L’Autore essendo guarito dal male de’ Calcoli ne dà l’avviso a D. Ciccio.

cclii.
D.
Ciccio, io mi tenea quasi spedito

     E presso a render l’alma al Creatore,
     Allor, che l’altro dì ventisett’ore
     4Il canal de l’orina ebbi impedito.
Ma, per la Dio mercè m’è riuscito
     Un gran calcolo al fin di mandar fuore,
     Onde, cessato subito il dolore.
     8Quando manca il credea, ne fui guarito.
Quindi per soddisfare a la mia parte,
     E perch’udito al fin di questo male,
     11Ancor tu ne gioisca, io ten do parte,
Essendo cosa giusta, e naturale,
     Che i C .... ancor essi entrino a parte
     14De’ prosperi successi del C...


D. Ciccio aspira al grado di Confaloniere.
Al Sig. Lodovico Breni.

ccliii.
B
Reni, il nostro D. Ciccio ha cominciato

     Glorioso a formar certe chimere,
     Che non senza ragione il fan tenere
     4Per matto sollennissimo, e spacciato;
Poichè, dell’esser suo dimenticato,
     Gli è venuto un ridicolo pensiere
     D’aver il grado di Confaloniere,
     8E capo di venir del Magistrato.
Or tu, che seco hai l’anima connessa,
     Avvisanel di grazia, onde al fin s’oda,
     11Ch’abbia sì pazza pratica dismessa,
Essendo in vero una pazzia ben soda,
     Che pretenda esser capo un, che la stessa
     14Natura il collocò sotto la coda.



L'Au-