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328 l'ombra del passato


Fiorina, rossa e scarmigliata, rincorse i bamhini, ma subito dopo si mise a ridere con loro. Carissima cuciva e cantava ancora, quasi al buio.

Gli anni passano; il crepuscolo può cader melanconico e torbido: lo persone allegre non si accorgono di nulla. La canzonetta allora in voga era molto birichina e la sarta la cantava con piacere:


                         La vegna de chi
                         La vegna de là;
                         S’assenti de chi,
                         S’assenti de là
                         Il mio cor fa ti-che-ta

Adone rientrò, con le scarpe infangate e i vestiti umidi, e si mise davanti al camino.

— Nessuno è venuto a cercarmi?

— Nessuno.

Egli sedette, mentre le sue vesti cominciavano a fumigare, e gli parve di aver freddo. Non ventiquattro ore, ma mesi e mesi gli pareva fossero trascorsi dopo l’apparizione di Maddalena in riva al fiume. Ora tutto era buio e freddo: solo qualche lampo illuminava, a tratti, con un bagliore roseo, lo sfondo grigio della finestra.

Adone tendeva l’orecchio. Gli sembrava di udire un passo nell’aja, fra lo scrosciar della pioggia. Se fosse lui? Egli non voleva vederlo e lo sfuggiva; eppure lo aspettava, e l’idea d’incontrarlo ancora gli dava un’inquietudine quasi morbosa. Ma Davide certo non pensava a lui. Nessuno veniva.

Solo, alcuni momenti prima della cena, Tognina,