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l'ombra del passato 303


Egli non rispose. Che poteva dirle? Come spiegarle il senso di buio e di vuoto che lo vinceva? Come spiegarle perchè, nel sapere che poteva diventar ricco, egli invece di rallegrarsene piangeva?

Egli rifece a lunghi passi la via tante volte percorsa, senza accorgersi che nella notte luminosa il grande paesaggio dormiva alla luna e pareva sorridere anche nel sonno. Egli non badava che al suo mondo interiore, e gli sembrava di fare un cupo sogno. Soffriva come la volta in cui Pirloccia l’aveva battuto mentre dormiva; e come allora avrebbe voluto urlare invocando dalle profondità ignote della vita l’apparizione di un fantasma, d’una luce, d’un segno qualsiasi che gl’indicasse la via verso un luogo di giustizia. La giustizia non esisteva più: egli aveva pianto per questo. Ma a misura che si avvicinava a casa gli pareva di svegliarsi dal suo brutto sogno e pensava:

— Forse tutto è falso. Parlerò con la zia, le dirò: Non m’importa della roba, zia: non voglio nulla. Ma ditemi che tutta questa storia è falsa; ditemi che non avete ingannato un morto; che al mondo non esiste tanta malvagità. Ditemi che Davide non ha partecipato a questo delitto. Non vi domando altro, zia!