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DELLA MANCIA. 27

Caualiero, che iaCmo le cinge del canalio pareti! feoppiafìfero d’allegrezza 5 ma fouuenendogii il coniig!io,che gl’haitetia dato ffiofte, del fare l’apparecchio sì necefsario 3 compera portar feco qualche quatrinuccio, fi deliberà di tornartene à cafa per prouederfi di quanto bifognaua 5 & particolarmente d’vno feudìero, facendo disegno di pigliare vn contadino Tuo vicino, huomo pouero, & carico dì famiglia, ma per l’offizio della Canafcria feu* diente, molto à propofiro, con quefto difegno fpronò Ronzinante alla volta dei fuo Contado, il quale conofeendo che andana verfo douc defide» rana, cominciò à camiaarc con tanta voglia, che a PP ena pareua, ponefse i piedi in terra * Non era. ancor’andato troppi palli, che à Doti Chifciocto.gli parue dì fentire vfeire à mano diritta d’vri folto bofeo, certe voci compailìoneiioii, come dì perIona che filamentafse, & à fatica l’hebbe vdire 3 che incontinente difse. Io ringrazio il Cielo, per tante grazie, che egli mi fa; poiché fi torto mi porge occafioneda poter fodisfare all’obligo della mia^. profdlìone, &didoueiopofsa raccorre il fratto de mici boni detìderij: q nette voci non polsono cffere, k non di qualche bifognofo,ò bifognofa, che habbia necefìùà del mio foccorfo, & fauore, & voltandola briglia, guidò Ronzinante alla volta di doae gli panie fentirle. Et non era entrato ancor molto indentro del bofeo, che vedde vna Cauaila.legata ad vna quercia, &ad vn’alrra vn ragazzo,d* intorno à quindici anni, fpogliaro dal mezzo in su, che era quello. che gridaua si forte,& non fen* «a cagione/ perchè va Contadiaotto di buona fta