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10 DON CHISCIOTTE


minando adunque il nostro novello Venturiero, andava discorrendo tra se stesso, & dicendo. E chi dubita, che ne’ futuri tempi quando uscirà in luce la vera historia delle mie segnalate prodezze, il savio scrittore, quando giunga à raccontare questa mia prima mattinata, non dica, & scriva di questa maniera? Appena il rubicondo Apollo, haveva per la larga, & spaziosa superficie delia Terra, disteso l’indorate fila de suoi be’ capeili, & à fatica i piccioli, & vezzosi augelletti havevano con le sue sonore lingue, salutato con dolce, & melliflua harmonia, l’arrivo della vermiglia Aurora, che lassando il morbido letto del geloso marito, per le porte, & balconi del MancegoOrizzonte, si mostrava à mortali, quando il gran Cavalero Don Chisciotte della Mancia, abbandonando l’oziose piume, montò sopra il suo bravo destriero Ronzinante,& cominciò a camminare per l’antica, & nominata Campagna di Montiello, (& non si poteva negare, che per essa non caminasse) & soggiunse dicendo. Fortunata età, & secolo venturoso si potrà con ragione, chiamar quello, nel qual si publicheranno al mondo le mie heroiche azioni, degne d’essere intagliare in bronzi, scolpite in marmi, & dipinte in tavole, per eterna memoria de’ successori. O tu savio incantatore, chiunque ti sia, à chi toccherà il raccontare si pellegrina historia, ti prego à non ti scordare, del mio buon Ronzinante, eterno compagno mio, in tutte le mie giornate, & pellegrinazioni. Poi, (come se veramente fosse stato innamorato) si voltò dicendo. O Principessa Dulcinea, Signora di questo imprigionato cuore, gran torto m’havete fatto