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orza — otta. 365


dell’antico], e da band, legatura, fascia. Nelle altre lingue rom. non s’incontra.

Orza, quella corda che si lega nel capo dell’antenna del navilio a mano sinistra (Buti, Petrarca, Boccaccio). Sono corrispondenti: afr. ourse, fr. ourse, orse, prov. orsa, parte sinistra del vascello, cordame. Il Diez, lo Scheler e Littré convengono nel trarre un tal nome da m. ol. lurts, bav. lurz, sinistro, con la caduta della l iniziale, creduta essere l’articolo. Dal lato fonetico una tale derivazione non presenta difficoltà. Resta però a spiegare il passaggio certo fortissimo dal concetto di “sinistro” a quello di “fianco sinistro della nave”, e poi a quello di “fune della parte destra”. Ad ogni modo, poichè in rom. una tal voce è antichissima (più antica in it. che in fr., dacchè in quest’ultima lingua il Littré la registra solo al secolo XV; il che ci indurrebbe a supporre un passaggio dall’it. in fr. se, trattandosi di parole antiche, questa ipotesi non fosse inverosimile), è difficile ammettere che venisse direttamente dal m. ol. Piuttosto si potrebbe credere che provenga dal ceppo ger. di cui fu sviluppo l’ol. e il bavar. Deriv.: orzare, orzeggiare.

Otta (antiq.), punto di tempo, ora (Fra Giord., Dante, Boccaccio). Il Diez, ritenuta impossibile formalmente una derivazione da l. hora, ricorre a got. uht che s’incontra solo in composti, e vale “tempo, punto propizio, καιρός”. Paralleli a got. sono in quel campo: aat. uhtâ, uohtâ, mat. uhte, uohte, as. uhta, ags. uhte, anrd. ôtta, bt. ucht. Queste voci si prestano assai più del got. all’ etim. di it. otta, per la forma che è più vicina; ma valgono propriamente “crepuscolo mattutino, per tempo”: il qual signif., come ognun vede, è alquanto diverso dall’it. Sulla diffusione, affinità e probabile orig. del vocab. ger. può consultarsi lo Schade p. 996. Il Gandino ha emerso l’opinione che it. otta sia d’orig. latina; e che proceda dalla locuzione l. quota hora est, che ora è, abbreviata in