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guiderbora. 253


Fra i rami del ger. l’ags. wîtan, fare osservare, fare prendere una direzione, è vicinissimo anche di senso alle voci rom.; l’as. gewitan, mettersi in via, è più vicino morfologicamente. Ad ogni modo è chiaro che l’origine del vb. romanzo sta in questa rad. ger., la quale in quel campo diè poi tm. wissen, sapere, got. wait, io so, ags. wát, ing. wat, as. wêt, aat. mat. weiz. A fondamento sta un preger. perfetto woide, egli sa, sans. vêda, ei sa, gr. οἵδε, a. sl. vêdêti, sapere. La rad. è wid, significante prima “trovare”, poi “vedere, riconoscere”; come appare in sans. vid, trovare, gr. ἰδεῖν, l. videre, vedere, got. witan, osservare. Vedesi di qui che, anche concesso al Mackel che il vb. rom. non riposi su got vîtan, o anrd. vita, in fondo queste due forme ger. sono poi sorelle di quella a cui esso riferisce immediatamente il vb. in quistione, poichè provengono dalla stessa rad. ger. La difficoltà mossa dal Diez alla deriv. da got. vitan, cioè del rarissimo cangiarsi del got. t in rom. d, vale pure nel caso della deriv. o da ags. o da as.; ma fu già risolta preventivamente dal Diez stesso quando allegò l’esempio di hatan che passò nel fr. hadir. Il Delatre ed alcuni altri avevan proposto il vb. aat. weidan, mat. tm. weiden, pascolare, indotti forse dall’idea che il “menar al pascolo” avesse potuto servire di passaggio al concetto di “menare, condurre” in generale. Ma era una ipotesi erronea; perchè il significato principale e molto meno l’originale di guidare non è quello di “condurre al pascolo”: poi la forma stessa ripugna a talune fra quelle dei verbi romanzi. Le parole fr. guide, guider, sono d’immediata origine italiana. Deriv.: guid-a-abile-aggio-agiuoco-aiuola-aiuolo-amente-apopolo. Disguido.

Guiderbora, libera. È voce longobarda che s’incontra in una legge di Liutprando dove è detto: «Si quis aldiam alienam aut suam ad uxorem tollere voluerit, faciat eam guiderboram». Il senso poi di questo guiderbora è spiegato da una legge di Rotari «.... debet eam thingare