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di elegantissimo stile, ma di fredda immaginazione, insigne versificatore ed oratore, particolarmente nella parte descrittiva.1

Altrettanto alieno dalle lodi proprie quanto inclinevole a rilevare le altrui e compiacente a udirne gli elogî. Un giorno, che gli veniva notato questo suo interessarsi per i men degni, «Gli ottimi, rispondeva, non hanno bisogno di me.» E a un altro, che lo aveva rimproverato di soverchia caldezza per gli amici, «Che volete, soggiungeva scherzoso, un freddo amico val tanto quanto un freddo nemico; e se l’uno per negligenza non ti fa il bene, l’altro non ti fa il male; onde amato e odiato rimangon sempre gli stessi.» Nodriva invero animo caldo, ma nella amicizia usava savia cautela, geloso di affetti preziosi, nell’esperienza maestro: sapeva ben mantenersi in quel fare che, improntato di grande discretezza, lealtà e merito, ordinariamente si conforma e risponde all’indole dei più. I suoi cari ed intimi, degni di lui; e il seppero i ragguardevolissimi Palermitani di quell’epoca, tra cui a rammentarsi il siculo Anacreonte, Giovanni Meli, e quel nobilissimo uomo che fu il principe di Belmonte. Questo degno patrizio invitava spesso il Piazzi nella sua casina al-

  1. Michel Angelo Monti, genovese, professore di eloquenza e poetica, e Cancelliere nell’Università di Palermo, poeta ed oratore latino ed italiano, a cui i buoni studi dell’amena letteratura in Sicilia debbono gran parte dell’incremento.
    Morì il 13 febbraio 1822, in età di 71 anni.