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libro primo. 9

deo1, non ignorante della lingua latina, ma della greca peritissimo, in cui egli s’è più esercitato, perchè datosi tutto alla filosofia, nella quale però non ha letta in latino cosa di momento, se non alcuna di Seneca e di Cicerone. Costui è di Portogallo, e lasciato a’ suoi fratelli il patrimonio, per desio di veder del mondo, si accostò ad Americo Vespucio, e nelle tre ultime di quelle quattro sue navigazioni tanto famose gli fu di continuo compagno; se non che nell’ultima non ritornò con lui. Anzi quasi con violenza da esso ottenne di essere tra quei ventiquattro, che nel fine del navigare si lasciavano nel Castello. Così fu lasciato per piacere, essendo egli più curioso di peregrinare, che di fabbricarsi un sepolcro; ed è solito di dire: «Viene coperto dal cielo chi non ha sepoltura2, e da ogni luogo è tanta via al cielo come dall’altro.» Il qual discorso gli sarebbe costato caro, se Dio per sua benignità non lo avesse aiutato. Partito Vespucio, egli andò con cinque castellani a veder molti paesi, e con buona sorte afferrò a Taprobana ed indi pervenne a Calicuta3, ove trovate le navi de’ Portogallesi, tornò contra ogni suo sperare nella patria. Udito questo, gli rendei grazie della sua umanità, che si avesse pigliato cura di farmi ragionare con uomo, il cui parlamento sapeva essermi gratissimo: e salutato Raffaello, dopo quelle comuni parole d’amendue, che con forastieri si sogliono usare nel primo incontrarsi, andammo alla casa mia. E sedendo nell’orto sopra uno scranno di cespugli, egli ci narrò come partito Vespucio, esso e i compagni lasciati nel Castello comin-

  1. Che sonerebbe per noi contastorie, se mai a tal nome può darsi greca derivazione.
  2. Lucano, Farsaglia, lib. XI, ver. 819.
  3. Così il testo: L’Editor milanese lo corresse ponendo senza più: pervenne a Taprobanal (Ceylan) ed annotò: Era opinion generale di que’ tempi, che l’America comunicasse, per terra, coll’India, di cui supponeva formare la parte occidentale. Nella Guiana collocavasi il famoso paese di Eldorado, di cui vedasi nella relazione di sir Walter Raleigh con quanta credulità i viaggiatori andassero in cerca.