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nostra Chiesa ha permesso la proprietà dei beni non a titolo d’introdurre vantaggi maggiori, ma unicamente per evitare peggiori mali. Forse col tempo è possibile che abbandonino questo costume, poichè nelle città suddite sono comuni i beni, non le donne, se non rispetto all’ossequio ed all’arti. Ma gli abitanti solari attribuiscono ciò all'imperfezione delle dette città, meno della propria istrutte in filosofia. Pure continuamente spediscono messi ad esplorare altre nazioni, e non ricusano mai d’abbracciare quelle costumanze che loro sembrano migliori. L'abitudine pure fa che le donne riescano abili alla guerra e ad altri ministeri. Quindi dopo che conobbi questa città, convenni pienamente con Platone, meno col nostro Cajeta e discordai affatto da Aristotile. Un costume hanno essi pregevolissimo e degno d’imitazione, ed è, che nessun difetto vale a ritenere gli uomini nell’ozio, salvo un’età decrepita, nella quale però prestansi dando consigli. Quindi colui che zoppica serve nelle vedette impiegando gli occhi che ha sani. Chi è cieco scardassa colle mani la lana, e prepara piume per empire letti, capezzali; chi è privo di occhi e di mani serve la repubblica impiegando l’orecchio e la voce; finalmente se alcuno non ha che un membro solo serve con quello nel miglior modo possibile.

G. M. Parlami della guerra, che riserberai per innanzi le arti, le scienze e la religione.

Amm. La Potenza, altro dei triumviri, presiede al maestro delle armi, come altresì a quelli dell’artiglieria, della cavalleria, dell’infanteria, e degli architetti, dei stratagemmi, ecc., ed a ciascuno di questi obbediscono altri maestri, e primi funzionari delle rispettive arti. Inoltre la Potenza comanda agli atleti che sono esperimentati e vecchi capitani, precettori dei fanciulli nell'arte militare dopo che hanno compito il duodecimo anno, sebbene prima di questa età siano stati esercitati da maestri inferiori alla corsa, alla lotta, a lanciar piere, ecc. Gli atleti quindi insegnano a ferire il nemico,