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alla campagna, ove s'esercitano alla corsa, all’arco, alla lancia, all’archibugio, alla caccia, ovvero nella botanica, nella mineralogia, nell’agricoltura, o nella pastorizia.

G. M. Desidererei ch'esponessi e classificassi le pubbliche funzioni, e primamente che mi parlassi partitamente della educazione.

Amm. Essi hanno in comune le case, i dormitoi, i letti, tutte le cose necessarie. Ma dopo sei mesi i maestri scelgono quelli che debbono dormire in questo od in quel luogo, chi nella prima stanza, chi nella seconda, e ciò viene indicato dagli alfabeti esistenti sopra l’alto degli ingressi. Maschi e femmine s’applicano in comune a tutte le arti meccaniche e speculative, colla differenza che le arti richiedenti fatica e cammino sono esercitate dai maschi, come arare, seminare, raccogliere frutta, travagliare sull’aia, far vendemmia, ecc., e le femmine vengono applicate a mungere gli armenti, a formare cacio, ed anche si spediscono negli orti vicini alle mura della città a coltivare ed a raccogliere erbe. Tutte le arti poi che si praticano rimanendo assisi o fermi in piedi spettano pure alle donne, come tessere, filare, cucire, tagliare capelli e barba, preparare farmaci, e tutte sorte di vesti. Sono però esenti dal lavorare legno e ferro. Ma se qualcuna mostra attitudine alla pittura, vienle concesso esercitarvisi. La musica invece è permessa ad esse sole, e qualche volta anche ai fanciulli perchè suscettibili d’apportare maggior diletto, escluso però l’uso delle trombe e dei timpani. Le donne preparano anche i cibi, e distendono le tovaglie, ma è obbligo dei fanciulli il servizio delle mense, come pure delle fanciulle che non compirono l’anno ventesimo. Ognuno dei giri ha particolari cucine e cellieri, ed anche l’apparecchio degli utensili necessari al mangiare ed al bere ed a ciascuna officina presiede un vecchio ed una vecchia che d’accordo comandano ai ministranti, e possono battere od ordinare che vengano battuti i negligenti, i ritrosi, i disobbedienti, ed osservano e ten-