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48 strenna festiva

dell’aes grave sono sufficientemente conservati per stabilire il fatto, che l’indicato ornamento dell’elmo si compone della testa e del collo d’un grifone. Quanto poi a quelle moltiplicazioni dell’asse romano il Mommsen 1. 1. p. 287 n. 11 rileva a ragione, che alcuni artisti non hanno bene inteso il concetto originale, cambiando le punte del collo del grifone in modo irrazionale. Peraltro non c’è più dubbio che testa e collo del grifone sono gli ornamenti dell’elmo sui decussis e trepondius romani. Ora sta il fatto che testa e collo del grifone, aggiuntavi l’ala, costituiscono pure gli ornamenti della testa galeata sugli aversi delle moltiplicazioni dell’asse romano che sono state coniate in argento, cioè denaro, quinario e sesterzio vd. n. 13 della tavola21. In somma tutte le moltiplicazioni dell’asse più grandi del duepondius fanno vedere la medesima testa galeata. Quale è ora la divinità che vi si rappresenta? Non potrei ravvisarvi né la cosidetta Venere frigia, né la Vittoria romana perché ignoro, che l’elmo sia stato il loro attributo, ma mi pare che non possa essere altra se non Minerva, alla quale conviene precisamente l’attributo dell’elmo.

Si principiò col fare i denari nel 486, quando dopo la presa di Taranto Roma era divenuta padrona della Magna Grecia. È un fatto notissimo che i tipi dei denari hanno molta analogia con quei adoperati in alcune monete dell’indicata parte dell’Italia. Non occorre ricercare ora i prototipi per i Castores del riverso, parlo della sola testa dell’averso. E vero che elmi identici di forma piuttosto attica con testa e collo di grifone in cima e con ala attaccata alla cupola non si vedono sulle monete dell’Italia meridionale, pertanto vi troviamo non solo elmi attici decorati di ala vd. Carelli, Velia, Metapontum, Thurii, Cales. Catalog. of greek coins in the brit. mus. Italy p. 104, 258, 299, 311, 31422, ma pure molti grifi interi raffigurati in modo, che devono stimarsi fatti in rilievo sulla