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     Colle compagne sue
     Dilettavasi al lido
     D’un cheto e chiaro lago,
     Che Pergo ha nome, e noto
     75Per esser cuna e stanza
     De’ più vezzosi cigni.
     Attonite le vergini
     Fissàr lo sguardo intente
     A rimirar quel cielo
     80Che non avea confine.
     Qui, si scorgeva un gruppo
     Di maestose nubi,
     Quasi un monte cosperso
     Di aurata neve il capo.
     85Vedeasi sul pendio
     Di quel monte nerissima
     Spaziosa alta spelonca,
     E il sol che in mezzo appare,
     Sembra un ruscel che sgorghi
     90Dal cupo sen di quella,
     E tripartito scenda
     In lucide cascate
     Di liquido diamante.
     Là, solitarie nubi
     95Dipingono all’ardente
     Giovenil fantasia
     Leoni giganteschi,
     Idre, Chimere e Sfingi,
     Centauri ed Ippogrifi
     100E quanti mostri narrano
     Ai fanciulli stupiti
     Le tenere nutrici.
     All’improvviso levasi
     Borea ne’ campi eterei,
     105E rimosse le nubi
     Sembran immense navi
     Di poderosa armata,
     Che alla stagion de’ fiori
     Colle spiegate vele
     110Entran nell’alto mare.
Ecco da un’isoletta,
     Che ’n mezzo al lago siede,
     Inghirlandata tutta
     D’alto e fiorito giunco,
     115Arriva verso ’l lido
     Un baldanzoso stuolo
     Di bianchissimi cigni,
     Solcando lentamente
     Le chiare e placid’onde.
     120Mostran nuotando come
     Godan segar quell’onde
     Fra due cieli rivali
     Di splendore fra loro.
     Siegue la torma candida
     125Maestosamente il duce,
     Che al portamento altero
     Nato sembra all’impero.
     Schierati in mezzo cerchio
     I bianchissimi cigni,
     130Sembrano Cintia, quando
     Timidetta si mostra
     Appena all’orizzonte,
     E dopo breve corso
     Ascondesi di nuovo.
     135Allo scherzar de’ cigni,
     Diresti ch’essi godono
     In veder le fanciulle
     Attonite ammirarli.
     Quando improvviso suona
     140Un grido: «A me, sorelle!
     Nostra sia quell’azzurra
     Leggiadra farfalletta.» –
     «Corriam,» tutte gridaro
     E seguîr, tutte ignare
     145Dove stesse la preda,
     La veloce compagna.
     Così leggero stuolo
     Di giovani palombe
     Seguono ratte ratte
     150Il subitaneo volo
     Di una loro compagna,
     Che per caso ai confini
     Della natia foresta
     Ha scorto un solitario