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     Presentarsi (tal sembra)
     Dismisurata volta,
     255D’amatista formata,
     E che d’un trasparente
     Aereo velo pare
     Ognora inviluppata.
     La grandiosa mole
     260Ornata è di squisita
     E nuova architettura:
     Corintio colonnato,
     Simboleggianti fregi
     E cesellate porte.
     265Pajono di diamante
     e larghissime mura,
     E a disfidar capaci
     De’ secoli gli sforzi;
     E pur varcarle attoniti
     270I pellegrini ponno.
     Appena i primi entraro
     Nella stupenda mole,
     Che sembra lor passare
     E girarsi per entro
     275A fuggitiva nebbia,
     Qual repentina sorge
     Talor in sera estiva
     Dall’arida pianura
     O dal sonante fiume.
280Giunti che fur nel centro,
     Chiudono l’occhio offeso
     Dal subito splendore,
     Ond’inondato viene.
     Ma quando i lumi loro
     285S’aprirono di nuovo
     E sopportar potero
     L’insolito chiarore;
     Distinguono tre cerchi
     Concentrici di folta
     290Edera tutta in fiore,
     Che vi piantâr le Dive
     Dall’empireo venute.
     Risuonano que’ cerchi
     Del canto d’usignuoli
     295Cui Febo diede vita,
     E che l’oracol suo
     Chiamò la nova voce
     Dell’alma primavera.
     In mezzo ai vaghi cerchi
     300Innalzasi la tomba
     Del Vate caro ai Numi.
     Lieve la copre e chiude
     Un odorante musco;
     Le cinge intorno intorno,
     305Qual fregio d’or smaltato,
     Il drago dalle squame
     Splendenti e variopinte;
     E là dove riposa
     La testa del Cantore,
     310Vedesi vago un fiore
     Spuntar, che non paventa
     Del tempo i colpi edaci,
     L’amabil Amaranto.