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TEOCRITO


LA MADRE E LA FIGLIA

La Figlia
Mira quel grande ed alto
     Augel, che solitario
     Presso al Nilo cammina!
     Ha smisurato il rostro,
     5E gli pende lunghissima
     Sotto a quello una tasca;
     Sono rosati i piedi,
     E come bianco vetro
     Splende il candido dorso.
     10Dimmi, o madre, ten priego
     Come l’augel si nomi.
La Madre
Pellicano.
La Figlia
          Ed or dimmi,
     Perchè mai piangi, o madre?
La Madre
15Senza piagner non posso
     Scorgere quell’augello.
     Non conosce riposo
     E a pro de’ figli suoi
     Sempre vigile il trovi.
     20Quel suo paterno amore
     Mi rammenta mai sempre
     Il padre tuo che è spento.
     Ora che il sol tramonta,
     Pronto tu il vedi correre
     25Onde recare ai figli
     Il povero alimento
     Che nel giorno raccolse.
     Quando il desir di cibo
     E di bevanda è spento
     30(Che sollecito ancora
     Acqua lor reca al nido),
     Ei la fame e la sete
     Cogli avanzi del lieto
     Loro pasto tranquilla.
35Quanto tua vita fora
     Molto più lieta, o figlia,
     Se il padre tuo vivesse?
     Negli affanni e nel duolo
     L’allegrezza perdetti
     40Dell’etade più fresca;
     E quanta brama io m’abbia
     Dividere con teco
     Quella gioja, che agli anni
     Teneri tuoi conviene,
     45lo nol posso: chè i tetri
     Miei pensieri trascorrono
     Mio malgrado il futuro.
     Priva ti veggo allora
     Per fin della sollecita
     50Madre, timida, errante,
     Senza tetto ospitale,