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     Già da secoli formano
     210Vago ridente ponte,
     A sostener capace
     Mille e mille viandanti.
Il varca, e tosto innanzi
     Sta l’innumera turba
     215Rimpetto a gigantesca
     Mole quadrangolare
     Di vivace verzura:
     Che tale si presenta
     La dimora d’Elisa.
220Sovra l’immensa mole
     S’alzano torreggianti
     Le cime delle quercie
     Chè ne formano il centro,
     Quale superba volta
     225Ch’or le mobili nubi,
     Ch’or non commosse cingono
     Al par d’immenso velo.
Dinanzi alla dimora
     Pompeggiano tre file
     230D’altifrondose piante
     Dall’argentina scorza,
     Quale vezzoso portico,
     Che i pellegrini guida
     All’atrio del Palagio.
235Qui le rustiche mura
     Son vestite da bianchi
     E rosei ed azzurini
     Gelsomini fiorenti.
Da quest’amena stanza
     240Un andito coperto
     Conduce ad una sala
     Ch’ha nome Sala d’oro.
Là ricuoprono il piano,
     Del suol spontanei figli,
     245Splendidi girasoli
     Coi loro scudi aurati
     E l’altere figliuole
     Del lontano Taigeto,
     Tutte topazi ed oro,
     250Miste alle tue nepoti,
     Stanza de’ Numi, o Olimpo!
     Dalla valle nativa
     Un cacciatore ardito,
     Cui infiammarono l’alma
     255I racconti di tante
     Meraviglie stupende,
     Onde ’l Sovran de’ monti
     L’Olimpo va superbo,
     Partio per ammirarne
     260Cogli occhi proprj tutte
     L’altissime sue cime
     Coronate di neve,
     Ed i zampilli innumeri
     Che sonanti discendono
     265Dalle pendici o verdi
     O nude o rivestite
     Dal sempre vivo musco
     A provar ch’egli ascese
     L’inaccessibil’arduo
     270Monte, da ognun temuto,
     Un aquilotto ei tolse
     Ch’era nel nido, e vago
     Fiorellino che sembra
     Purissim’auro e terso,
     275Ipericon nomato
     Dagli incoli del monte.
     Quel fiorellin fu padre
     A quei tanti che vedi
     In questa sala sparsi
     280Gli alti platani ombrosi
     Che le mura qui formano,
     Sono avvolti da viti,
     Che serpeggianti vanno
     Sino ai rami più alti
     285Donde, qual aurei fiocchi,
     Pendon le uve mature.
     Anche nell’altre sale
     Veggonsi viti avvolte
     De’ platani al gran tronco
     290Ma in ognuna di loro
     Cangia il color dell’uve,
     E ’l nome della sala