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danno poetiche forme al pensiero. Laonde nella sua traduzione egli ritenne ripetizioni di vocaboli, inversioni di frasi, e maniere di dire, che, naturali alla lingua tedesca, ripugnano alla nostra. Così pure, o non la sentisse o la trascurasse, sagrificò troppo sovente alla fedeltà l’armonia del verso, sicchè forzandolo a seguire la giacitura e i tronchi periodi dell’esametro tedesco, gli riuscì ad ora ad ora aspro, contorto e oscuro. A fronte di tali mende, non lievi al certo, il lavoro del sacerdote Pensa ha il pregio di dare agli Italiani la Messiade tradotta nella loro lingua con tale scrupolosa
fedeltà, ch’egli è come la leggessero nell’originale. Utilissima riuscirà quindi a chi per avventura applicar si volesse a darne una novella traduzione poetica, perocchè agevolerà oltremodo l’intelligenza del testo, ardua non poco ai Tedeschi medesimi. Così le versioni letterali che gli Italiani fecero ne’ secoli scorsi dei poeti greci e latini, agevolarono i lavori di sommi uomini. Nè altrimenti che sovr’esse eseguì la meravigliosa sua versione dell’Iliade quel grande ingegno di Vincenzo Monti.


Milano, il 20 Dicembre 1839.