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co vicendevole delle nazioni, su le cose che un popolo possiede in soprabbondanza, o che per mezzi d’industria sa guadagnarsi, e sulla mancanza dell‘altro: ci conduce nelle officine della natura, ci fa conoscere i suoi magazzini e le città mercantili, e ci presenta sotto una forma assai scientifica tutte le cognizioni che col commercio hanno relazione; le cognizioni, cioè, delle merci, le strade del commercio per mare e per terra, le Borse1, i prodotti della natura e dell’arte. L’influenza inoltre del commercio sulla cultura, sulle ricchezze, sul lusso, sui progressi dello spirito, sulle cognizioni e le relazioni fra i popoli (cose tutte le quali per mezzo della geografia di commercio vengono osservate) non sarà uno scopo estraneo alla geografia fisica.

La geografia teologica sarebbe una descrizione de’ popoli secondo le religioni. I principj teologici secondo la diversità del suolo soffrono grandi

  1. Fin all‘ultima rivoluzione Amsterdam è la borsa d‘Europa.