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l’acqua da bere, siccome vien descritto minutamente da Strabone, allorchè fa menzione dei vasi coi quali l’attingevano1. Tutte queste sorgenti poc’anzi nominate sono poco distanti dalla terra, ed hanno in essa la loro origine. Tavernier narra che sull’isola Bahareem nel seno della Persia l’acqua sia sì cattiva, che quelli che vogliono dell’acqua buona e dolce, debbono procurarsela per mezzo de’ marangoni, i quali tre volte alla mattina, alla distanza di tre tiri di fucile, calano al fondo del mare per attingere con vasi dell’acqua dolce e potabile. Egli dice espressamente non aver trovata questa usanza in alcun altro luogo: però raccontasi ancora, che presso Ormus nel golfo persico e presso Goa attingono l’acqua dolce ad una profondità di 4 in 5 tese sotto il mare. Pontoppidan racconta, che i pescatori nel Sund moer non rare volte hanno trovato l’acqua dolce nello stomaco de’ merluzzi (Callarias). Siccome però questo ca-

  1. Strab. XVI. ed. Casaub. 2 (Paris 1620) p. 753 seg. Plin. hist. nat. v. 31 et lib. 4 cap. 103 dice: dulces haustus in mari plurimis locis, ut ad Chelidonias Insulas et Aradum.