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82 parte seconda.

dei Poveri. Egli mostrò che il Ministro, per non romper fede alla regola dell’economia fino all’osso, toglieva dal bilancio la somma di 17,772 lire, quasi che fosse stata un dono governativo, un atto di carità verso i poveretti, e non si trattasse invece di una dotazione risalente a molti anni addietro. Ma nel 19 aprile 1871, per cura dell’onorevole Bonghi, si dovette riconoscere che non si aveva facoltà di togliere dal bilancio quella somma, la quale non dono od elemosina, ma debito era strettissimo del Governo.

L’onorevole Bonghi fece scrivere la somma al suo posto, cioè nel bilancio dell’Istruzione Pubblica. Non perciò la scuola rifioriva. Anzi la sciolsero, ma sempre con la scusa di meglio ricostituirla. Di più, fu messo in disponibilità il Corpo insegnante della scuola.

Al lungo, ma giusto discorso dell’Abignente il Commissario regio riconobbe l’esattezza della storia narrata, e la verità che, in conseguenza dell’interrogazione Bonghi, la somma di 17,000 e tante lire dapprima notata sul bilancio del Ministero dell’Interno, dall’onorevole Lanza radiata nel 1870, passò nel bilancio dell’Istruzione Pubblica.

Egli però difese il Ministero della Pubblica Istruzione, dando torto all’Amministrazione dell’Albergo dei Poveri.

Disse che il Ministro fu attivissimo, ma che l’Amministrazione dell’Albergo. persistette nelle strane pretese di volere il denaro stanziato nel bilancio del Ministero di Pubblica Istruzione, e di ricusare il personale addetto all’istruzione e qualsiasi ingerenza governativa. Soggiunse altresì che il Ministero aveva