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112 parte seconda.

dell’Ospizio, compiti i 25 anni, passano nella classe delle ricoverate.

Ora per le alunne povere sembrami assai preferibile il collocamento presso famiglie oneste, come ho avvertito per le a figlie della Madonna;» ma ammesso che il Convitto debba stabilire l’età da 16 o tutto al più da 20 anni per il loro collocamento in qualità di serve o di sarte, di filatrici, di tessitrici o con altro mestiere, bramerei la classe delle ricoverate abolita del tutto. Il creare una classe, per cui lo Stato o un Istituto di beneficenza deve provvedere lavoro se può, tetto e cibo in ogni caso, dinota accrescere il numero degli oziosi che non troveranno mai impiego stabile, finchè l’asilo rimarrà loro aperto.

Inoltre opino che l’Ospizio di San Gennaro debba esser limitato a un solo scopo: od ospedale per i poveri infermi, o casa di ricovero per i poveri vecchi inabili al lavoro, compresevi le esequie che pare vengano diminuendo di lucro dopo l’istituzione della sepoltura civile e gli appalti funebri del Municipio; o Educandati-Convitti; e in tal caso questi hanno da esistere per le fanciulle povere fino all’età di sedici o venti anni.

Nè qui il più inveterato idolatra «della volontà dei fondatori» può addurre alcuna obbiezione, dacchè se fu fondato l’Ospizio in nome di tutta la cittadinanza per raccogliere i poveri nel locale eretto sopra le antiche catacombe ad uso di convento, esso fu trasformato successivamente in caserma e in lazzeretto; e i fondi odierni derivano da varii donatori senza obbligo, espresso; mentre certi suoi beni, come il Feudo