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la relatività e l'etere 125


legge della natura nella seguente forma: «la natura è così formata che è impossibile determinare il moto assoluto con qualsiasi esperimento». Ed era la prima formulazione del principio di relatività.

In modo alquanto singolare era un ritorno al pensiero e alle dottrine di Newton. Nei suoi Principia, Newton ha scritto:


«È possibile che in remote regioni delle stelle fisse o forse molto al di là, vi siano alcuni corpi in quiete assoluta, ma è impossibile sapere, dalle posizioni di un corpo rispetto ad un altro nelle nostre regioni, se uno di questi mantiene la stessa posizione rispetto a quei corpi lontani. Ne segue che la quiete assoluta non può essere determinata dalla posizione di corpi nelle nostre regioni».


Ciò che ha precisato aggiungendo:


«Io non ho riguardo, in questo luogo, a un mezzo, supposto che esista, che liberamente pervade gli interstizi fra le parti dei corpi».


In altre parole Newton ha posto in chiaro che senza un etere che penetri da per tutto, è impossibile determinare la velocità assoluta del movimento attraverso lo spazio e così ha mostrato che un tale mezzo fornirebbe un sistema fisso di riferimento, rispetto al quale il moto di tutti i corpi potrebbe essere misurato.

I due secoli che vennero dopo hanno visto la scien-