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ranno le mie ignoranze, e faranno giustizia alle mie buone intenzioni a pro della patria. Chiuderò gli occhi senza rimorsi sui miei portamenti politici. Iddio mi perdoni il resto. Amo la fama, ma dimentichino pure i Côrsi il mio nome, purchè siano felici».

Il 5 febbrajo 1807 vi moriva: moriva perdonando, povero e dimenticato quando satollavansi di dignità e d’oro i Napoleonidi, suoi compatrioti e avversarj, che a lui apponevano «la sciocca vanità di regnare», e che poi doveano sanguinosamente sottomettere la ribellata italiana Corsica all’impero francese, al quale essa avea dato i padroni1.


  1. Vedi Lettere di Pasquale De’ Paoli, con note e proemio di N. Tommaseo. Firenze, 1846.