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To incassata nel muro, probabilmente si appartenera come sepolcro a qualcbe doge o distinto personaggio de* messi tempi. Il soggetto per quanto e capriccioso, altrettanto è difficile indovinarne il suo vero significato. Due pavoni di uguale grandezza si poggiano il primo sulla testa di un personaggio a meaio busto togato, accanto a coi rimangono due sirene, e T altro sudi una timida lepre beccata da due uccelli rapaci. Un fusto d’albero frapposto ai due pavoni, sostiene nel vertice un uccello in atto di covare ( V. Tav, VII. ) (i). Nella sacristia lavasi un urna cineraria con epigrafe. e. STERTIKWS C. F. PRtSCVS. e più sotto in un piedistallo di marmo l^esi: APRIO, ET FLAVIA EUTYCHIA FILIO CARISSIMO ■ (i) Il pavone era T uccello sacro a Giunone e per la veoustà delle sue piume di color cangiante fu tenuto in somma venerazione appo molte nazioni. I popoli della Libia V aveano per qualche cosa di sa* ero e veniva loro vietato dì ucciderlo^ secondo riferisce Eliano. E pure nelle cene di Eliogabalo e Yitellio non mancava mai il piatto di lingue di pavoni!! ~^Qàést6 ÌDcankevote uccello spande là superba coda come un navi