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a5o Non occorre ripetere la potenza degli Amalfitani sul IBlare, i loro progressi, le loro molte navigazioni intraprese e la somma espertezza in tal mestiere , non la promul- gazione delle famose ed acclamate leggi navali ec. per isciogliere un problema dal Venanson (i) , dal Giral- di (2) già disciolto. Noteremo solo a nostra difesa , che fin da* primi tempi delle crociate gli Amalfitani inalberavano nelle guerre sacre di Soria il vessillo colla croce nau- tica , cbe concedevano poi ai cavalieri dello spedale* Già è manifesto cbe le varie croci cbe furono assunte nelle crociate , vennero modificate a diversi emblemi , a se- conda della nazionalità e della caratteristica distintiva del cavaliere ; onde non è strano cbe Geraldo sviluppasse r emblema del nostro ducato nelF armare gli spedalieri nelle sacre imprese. E poi la croce degli spedalieri non è altro cbe lo svi- luppo dell'antico bussolo , ed ingolfandoci per poco in tale sistema troviamo sin dal X secolo una norma quasi non {sminuzzata nel bussolo amalfitano , quando una grosso- lana navigazione rafirenava le nazioni incivilite | men-^ Ire questa tanto primeggiava sulP impero del mare da noi non mai abbastanza ricordato e ripetuto : Urbs haec dives opum populoque referta videtur , Nulla magis locuples argento vestibus , auro ^ Partibus iunumeris ac pluribus orbe moratur (1) y. Venanson Invention de la boassole nautique = Quest'opera benché straniera può dirsi interamente patria ^ e fa molto onore al suo autore 9 ed interessa la nostra gloria nazionale. Egli dimostra con critica dotta e spiritosa appartenere agli Amalfitani una invenzione che fissa e determina un epoca pel commercio , per le arti e per le scienze , e che a torto quasi tutte le nazioni han voluto ingiusta- mente attribuirti. (a] Giraldi. Saggi dell'Accademia di Cortona.