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ii4» personnes qui eontraclent y soni exactement marquées, ìè ce qui est fait non par un seul particulier, mais par» des personnes publiques, et avec des formalilés qui» ne peuveut souffrir d’erreui*.» Il non aver poi Giovanni continualo nei governo dopo la morte di Mastaro suo padre, ci mena a credere che fosse stato discacciato, o che fosse morto. È glorioso il veder gli Amalfitani in que’ secoli d’ignoranza, di miseria e di barbarie^ combattere unitamen* te alle falangi alleate contro le infedeli schiere de* musulmani ) mentre le altre nazioni immerse in un profondo letargo n^ erano oziose spettatrici. Già fin dal 880 i Saraceni acquartierati nel Garigliano, e confederati con quei di Gaeta, perturbavano la quiete di quelli contorni ^ finché nel 916 il Conte di Capua Atenulfo, il Duca di Napoli Gregorio e gli Amalfitani, vollero far pruova della loro forza e coraggio per isnidarli da quel luogo. Il Conte Atenulfo, capo della lega, pregò Costantino Porfirogeneta imperador d’Oriente a mandarli qualche ajuto, e questi prontamente di Grecia mandoUi Niccolò patrizio, detto Picinglo, con buona fiotta e numero di gente. A^ Greci si unirono i suddivisati soccorsi de’ nostri confederati, non mancando di accorrervi il papa Giovanni X. e ’1 duca di Spoleti Alberico. Il cronista Ubaldo (i) ce ne f^orge il ^tto, (1} Chrouic. Ubaldi loc. cit.