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i danakil. | 29 |
Alcuni viaggiatori vantano la buona fede, la semplicità, il candore dei popoli selvaggi, tra i quali non sono penetrati ancora i vizii e la corruzione della civiltà europea. In verità queste doti non appartengono ai Danakil, che per astuzia e rapacità darebbero punti ad un vecchio causidico. Essi tentarono con ogni mezzo di alterare a vantaggio loro le condizioni già stipulate per la cessione del paese d’Assab, e soltanto in seguito a lunghe e fastidiose controversie, il professor Sapeto riuscì ad ottenere che non mancassero ai patti. Si convenne di comune accordo tra le due parti che il territorio venduto sarebbe limitato sulla costa da due punti (distanti circa tre miglia l’uno dall’altro), situati il primo dinanzi all’isoletta di Darmakié ed il secondo di fronte a Sennabiar, e raggiungesse in larghezza la vetta del monte Ganga (a un dipresso due miglia).
Un’altra difficoltà si presentò nell’atto del pagamento. I Danakil, non conoscendo altra moneta che i talleri austriaci coll’effigie di Maria Teresa, non vollero accettare la somma che loro si offeriva, in lire sterline. Ma il professore ottenne, mercè qualche regalo, una dilazione che gli permettesse di recarsi in Aden per cambiare il suo denaro in talleri, ed intanto lasciò loro una piccola anticipazione.
Il 12 marzo, esaurita ogni formalità e compiuto l’acquisto,
- braccio — gabba
- coscie — reari
- gamba — sarbà
- piede — ibà
- occhi — inì
- capelli — amù
- denti — buddenì
- labbra — arhabà
- barba — zoggur
- orecchie — haitì
- uccello — kallida
- conchiglia — hercà
- pesce — kollunto
- palma — eddum
- stoffa — sarò
- corda — hakattà
- cordicella — halbachi
- legno — luhù
- bastone — haddà
- ottone — nahassa
- capanna — halsà
- barca — douà
- pozzo — ali
- vino di palma — harì
- butirro — sebbach
- latte — hana
- biscotto — gaambò
- cassa — sanduk
- tabacco — timbako
- uno — enechì
- due — namehi
- tre — sidahé
- quattro — ferehì
- cinque — honoiù
- sei — leheì
- sette; — malchene
- otto — baharà
- nove — sogalà
- dieci — taban
Alcuni pochi dei vocaboli precitati sono evidentemente arabi; parecchi provengono dalla lingua galla, e tre o quattro hanno comune il radicale colle corrispondenti parole malesi.