Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/135


la colonia di sciotel. 107

nel 1867, ai primi lavori di costruzione e di coltivazione nel territorio di Sciotel, conceduto al padre Stella dal governatore dell’Amasen, si vide ben presto ridotta all’impotenza dalla mancanza di capitali e dalla diserzione dei coloni. Frattanto il Munzinger, osteggiando con ogni sua possa lo Stella, tanto fece, coi suoi intrighi, che gli suscitò molestie e persecuzioni d’ogni maniera, finchè il povero missionario, affranto dalle sciagure, finì col soccombere miseramente di improvvisa malattia il 20 ottobre 1869. Con lui periva anche l’impresa, cui s’era con tanto ardore consacrato.

I miei compagni si diedero ogni premura immaginabile per raccogliere documenti e testimonianze riguardanti le vicende e la fine dello stabilimento di Sciotel, ed il dottore Beccari, tornato in patria, ne espose per filo e per segno una storia imparziale, nella relazione destinata ai suoi mandanti. Ma siccome questa mette in luce alcuni fatti poco lusinghieri pel signor Munzinger (nè poteva essere altrimenti in uno scritto veridico), il consiglio della Società Geografica, mosso da un sentimento, di delicatezza altrettanto esagerato quanto intempestivo, oppose tali difficoltà alla pubblicazione del rapporto, che l’autore credette doverlo ritirare, almeno per allora. La Società Geografica ha negato così il suo concorso ad un atto di riparazione e di giustizia dovuto alla memoria dello Stella ed ha perduto forse l’occasione d’inserire nel suo bullettino (che pur non ha dovizia di buoni lavori) una memoria originale del più alto interesse scientifico.

Durante il mio breve soggiorno nel paese, feci in compagnia di Beccari una passeggiata sul monte, a tergo del villaggio, ove si trovano dei cinocefali, che però io non vidi. Di là si scuoprono in lontananza montagne senza fine, alcune delle quali sono di figura tabulare, cioè colla sommità mozza e spianata; disposizione frequentissima nella orografia abissina (designata dagli indigeni col nome di amba), dipendente da peculiari condizioni stratigrafiche e da potentissimi agenti distruttivi e denudanti. Ad onta della mia inesperienza nella caccia, riportai di colassù varie nectarinie e saxicole, nonchè un piccolo francolino. Sui grandi baobab che sorgono appiè dello stesso monte osservai, piuttosto comuni, un Tockus dal lungo becco ed una gentile Barbatula, uccellino che ha la testa maculata di rosso ed il corpo variegato di bianco, di nero e di giallo. Incontrai mi-