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potestatem traducta reliquum patris ac patrui Dominatum illorum ope redimdere. Ariminum igisut veniens lætis civium susceptus est animis; non tam ab Ecclesia aversis, in quam tacite inclinabant, quam recordatione vetustæ familiæ ex cujus tanto numero hunc modo et Salustium quem dixi, superesse videbantur. Eam ille occasionem arripiens nullam popularitatis operam omittebat qua et studia civium convertere ad se posset, et tyrannidem concupitam invadere. Factum autem est brevi ut, noverca metui cedente mox et seposita, ad ejus imperium omniæ traherentur. Quasi le stesse cose si riferiscono pure, ma con qualche più minuta circostanza in un Cronica Riminese di que' tempi, della quale si è pur sopra fatta menzione. In questa Cronica, dopo essersi detto che Roberto promise al Pontefice di ricuperare all'ubbidienza della Chiesa la dicta Cità d'Arimini dalla mano della magnifica mia Madre Madonna Isotta (ove è da notarsi che Roberto, comecchè non fosse figliuolo d'Isotta, pure quivi la chiama sua Madre, perchè in realtà era sua Matrigna, nè chiamata l'avrebbe Madre, se non fosse stata moglie di Sigismondo) si riferisce che riuscì a Roberto di sorprendere Isotta nel Castello di Rimino ai 20, di Ottobre senza saputa de la magnifica Madonna Isotta, che quando così improvvisamente il vide, tutta sgomentò; non ostante con dimostrazione