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sce invero ad essi di peso volgere l’attenzione ai propri interessi, mentre godono intrattenersi su quelli altrui; e preferirebbero soffrire una infermità del corpo al coltivare l’intelletto ed all’occupare la mente nella ricerca di quanto più importi al fine della vita. Li sorprenderai poi ne’ circoli a schiamazzare ed ingiuriarsi; ridotti in solitudine li vedrai non intenti a prendere consiglio nella fredda meditazione, ma a pascere in se stessi il dispotismo de’ desiderii. E tutto questo io non dico dell’universale, ma di quelli pochi soltanto che dalli discorsi vizii ognun vede padroneggiati — È pertanto manifesto che chi con le opere dell’ingegno in verso o in prosa si propone di soddisfare alla moltitudine è costretto ricercare non ciò che riesce di utile ammaestramento, ma di maggiore spettacolo. Imperocchè di questi, benchè fondati sulle favole, si compiacciono, delle azioni poi che vere interessano direttamente la società, si sdegnano. Laonde meritano ammirazione i poemi di Omero e gl’inventori della tragedia, perchè, considerata questa tendenza della umana natura, mirarono al doppio scopo di giovare e piacere. Omero in fatti narrò combattimenti e guerre di eroi mescolandole a favolosi episodi, i tragici poi ridussero le favole ad azione, onde non soltanto l’udito, ma la vista altresì ne fosse allettata.

Per tali esempi adunque rimane dimostrato che chi desidera guadagnarsi il favore della moltitudine debbe astenersi da precetti e consigli, e trattare quel genere del quale vede la massa maggiormente compiacersi. Quindi io scesi teco in queste dichiarazioni, perchè stimai che a te, il quale sei non uno fra molti, ma reggitore di molti, non si addica portare uguale avviso, nè misurare e pesare la importanza delle cose, o dar giudizio de’ sapienti dal rapporto del piacere, ma desumere e l’una, e l’altro dalla utilità che ne promana. Ed è questo partito tanto più necessario, atteso il vario sentire de’ filosofi intorno alli esercizii della mente. Invero altri ai discepoli comunicano le dottrine per le dialettiche dispute, altri per li precetti della eloquenza. Tutti però si accordano nell’avviso che un uomo bene instituito debba per questi mezzi procurarsi la scienza di prendere consiglio. Abbandona pertanto ciò che è tuttora questionabile, e segui quanto avvi di as-