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santi sotto la detta torre, che chiaramente appare essere stata rotta ed aperta a tale scopo, e fu largo pure al Dacomario di altri privilegi, come risulta dalle seguenti note cronologiche, che il Borgia trascrive dal testo originale della cronaca di S. Sofia che conservasi nella Bibblioteca Vaticana. «Carus clericus, et notarius atque scriba ex iussione supra dictae potestatis scripsi. In anno dominicae incarnationis millesimo septuagesimo septimo. Et quarto anno Pontificatus domini nostri summi Pontificis et universalis septimi papae Gregorii, in sacratissima sede beati Petri apostoli. Et trigesimo nono anno principatus domini Landolfi gloriosi principia de mense martio quintadecima indictione acfum in sacro beneventano palatio. Questa data merita di essere accuratamente notata per il nome che vi si legge di Papa Gregorio, essendo il più antico civile documento segnato col nome del pontefice, da che la Santa sede conseguì il naturale dominio della città di Benevento. Fu questo l’ultimo anno della vita del principe Landolfo, il quale cessò di vivere nel giorno 27 novembre dell’anno 1077, dopo anni 39 e mesi 3 di regno, come desumesi dall’anonimo monaco di S. Sofia. Landolfus autem regnavit XXXIX, m. III d... mense novembris... anno domini N. L. XXVII. Egli non lasciò prole superstite per essergli premorti tutti i suoi figli, dei quali è a rammentare Pandolfo, associato al suo principato, il quale fu ucciso dai normanni nel giorno 7 febbraio 1073. Con Landolfo VI si estinse il principato beneventano e la serenissima prosapia dei longobardi, la quale tenne la signoria degli stati di Benevento dall’anno 571 sino al 1077, cioè per lo spazio di anni 506, ed ebbe duchi quattordici, principi beneventani tredici, beneventani e capuani undici.

Roberto Guiscardo era oltremodo bramoso di occupare Benevento e il principato, e però pose l’assedio a questa città, non dandosi alcun pensiero dell’anatema fulminatogli dal papa Gregorio VII per i dritti che la sede Apostolica vi avea acquistato, mediante la convenzione seguita tra Leone IX e l’imperadore Enrico III. Però i beneventani, i quali si difesero con immenso valore, resero vani per lungo tempo