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ra principe, come diceasi allora, Giovanni de Nicastro patrizio beneventano, e Vincenzo de Vita, beneventano, segretario.

Un’altra accademia fioriva in Benevento nell’anno 1628 e chiamavasi de’ Rozzi, e ne fu principe Cesare Maccabeo, patrizio beneventano, e tuttavia esisteva nel 1836 (Archivio storico).

D’una terza accademia detta degli Antipodi, ci fornisce notizia il conte Mazzucchelli con le seguenti parole: «l’accademia degli Antipodi fiorì in Benevento, e viene mentovata da Domenico Gisberti nella sua manoscritta istoria delle accademie d’Italia.»

E finalmente l’accademia di Santo Spirito è ricordata con onore dal giornale dei letterati dell’anno 1648 citato dal Giustiniani.

I patrizii beneventani coltivarono con qualche successo in quel tempo varii generi della letteratura e delle scienze razionali, ma soprattutto attesero con predilezione allo stu dio delle cose patrie, in cui si distinsero in ispecial guisa il Nicastro e la Vipera. Alcuni pure diedero opera allo studio dei patrii monumenti, e tra essi segnalaronsi il Verrusio nella illustrazione dell’antica epigrafia, e Mons. Giovanni de Vita, insigne giureconsulto e archeologo, che nel suo lodatissimo libro Thesaurus antiquitatum Beneventanarum trattò a lungo in diciotto dissertazioni le quistioni di maggior momento della nostra istoria patria, le quali erano state per lo innanzi accennate appena da qualche autore. Ma tra gli scrittori che in Benevento vennero in fama dalla metà del secolo XVII fino allo scorcio del seguente, quegli che acquistò maggiore rinomanza in Italia fu il celebre Antonio Cocchi. E siccome diversi storici contesero alla nostra città il vanto di avergli dato i natali, così credo utile di chiudere questo capitolo con una esatta notizia biograsica di un sì celebrato scrittore.

Per aver trascorsa il Cocchi buona parte della sua vita in Toscana, vi furono alcuni autori che giudicarono fosse nato in Mugello, d’onde era nativo il padre; ma una tale opinione fu sempre abbracciata da pochissimi, e gli stessi