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ora vedesi sul Calore fu restaurato dal celebre Vanvitelli, e quindi appartiene a un’età posteriore, il ponte su cui passò Manfredi non altro potè essere che il ponte rotto, il quale non altrimenti era noto che col nome di ponte sul Calore, e che venne costruito appunto a capo della via latina percorsa da Carlo d’Angiò nello scendere a Benevento, e da cui si scorge, a poca lontananza, la bella e ferace pianura di Roseto. Ed è pure accertato che Manfredi, per combattere con successo i francesi, divise in tre schiere la sua armata, ed egli prese il comando della terza, che costituiva il corpo di riserva, per accorrere ove fosse stato maggiore il bisogno, per cui si tenne naturalmente a breve distanza dal ponte; finchè essendo per lui battuta l’ora fatale, entrò in ultimo nella battaglia, non per vincere, ma per morire da prode, e perciò è assai probabile che fosse caduto non molto lontano dal ponte di Benevento. Ritenuto ciò, non è punto verosimile che, senza alcuno scopo, il cadavere di Manfredi, dal luogo ove era attendato Carlo d’Angiò, fosse stato trasferito in una contrada diversa. E anzi son sicuro che il Gregorovius sarebbe stato del medesimo parere, se avesse avuto contezza di un altro ponte sul Calore, prossimo alla città quasi quanto il ponte Lebbrosi, il quale è posto invece sul Sabato. Laonde, eliminata la difficoltà della lontananza, niun altro argomento può escogitarsi per sostenere una contraria opinione; tanto più che tutti coloro, non escluso il Borgia, i quali ritennero che Manfredi fosse stato sepolto presso il ponte Lebbrosi, non d’altronde attinsero il loro convincimento che dalla popolare tradizione.

Ma questa non pare che sia molto antica, e nacque nel popolo dal convincimento che Manfredi fosse stato seppellito sotto la grave mora presso Benevento;

«In cò del ponte presso a Benevento >.


e dall’ignorare, poichè il popolo non si conosce di storia, e di reliquie di antichi monumenti, che a capo dell’antica via latina, e a poca distanza dal ponte Lebbrosi, eravi in quel