Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/114


— 105 —

principali edifizii che l’abbellirono e de’ suoi più notevoli monumenti.


CAPITOLO XIV.


I Romani costumavano disegnare prima di ogni altro edifizio il Campidoglio, allorchè fondavano le loro colonie, affinchè queste fossero all’intuito simili a Roma. Il Campidoglio era un duplice edifizio, diviso in sacro e in profano. E che in Benevento fosse stato il Campidoglio non può essere revocato in dubbio, poichè lo attesta Svetonio nel libro sui più illustri grammatici, in cui narra che in esso fu eretta una statua ad Orbilio Pupillo. E anche Alessandro d’Alessandro nel sesto libro dell’opera che tratta dei fasti dell antica Roma fa menzione del Campidoglio beneventano con le parole «Arx munitissima Beneventi». E infine Michele Monaco nelle sue antichità di Capua discorre a lungo del nostro Campidoglio, e afferma che esso sorgeva nel luogo ove è ora il palagio della patrizia famiglia Collenea. E Giordano Nicastro ritiene con assai fondamento di verità che il tempio dedicato a Giove Capitolino fosse stato eretto nel luogo ove è oggi la chiesa Metropolitana. E aggiunge che le colonne di marmo pario che adornano il nostro maggior tempio, e che la volgare opinione ritiene essere state tolte all’arco trionfale di Traiano, appartennero al tempio di Giove. E lo deduce soprattutto dai loro capitelli d’ordine dorico, il quale serbavasi nei templi, e non mai negli archi; e infatti le colonne dell’arco trionfale sono d’ordine composito; e credo opportuno aggiungere che i templi d’ordinario ergeansi sopra colonne, come è dato desumere dalle antiche medaglie. E non voglio neanche trasandare che in un grande architrave di marmo pario posto avanti il palazzo della famiglia la Vipera leggeasi: «Limen ad hoc populi persolvite vota tonanti». E che fosse stato architrave, scrive il Nicastro, della porta del tempio Capitolino, mel persuade