Pagina:Isabella Gabardi-Brocchi Considerazioni sui diritti delle donne.djvu/12

18 emancipazione


Allora, solo il popolo ebreo, eletto a depositario della tradizione adamitica, era quello che distinguevasi onorandola nella di lei qualità, di madre-famiglia, ed alcuna volta innalzolla pur anco a funzioni e gradi quasi virili.

Sera, l’altera progenitrice della schietta israelitica; Maria, sorella di Aronne, salmeggiatrice e profetante nell’accampamento; Debora, che sedè fra i giudici e capitanò le schiere; l’animosa Giuditta; Iaele l’astuta; la prudente Abigail; Ester la pietosa; Rut la pia; la eroica magnanima madre dei Maccabei, sono figure muliebri che splendono di luce pura e radiante nel ciclo nobilissimo della storia giudaica. Esse poterono emergere appunto perchè nella famiglia tennero posto ragguardevole. Le ebree erano estimate, venerate, ammirate e considerate come madri.

Il cristianesimo, che fu esplicazione, conclusione delle promesse divine fatte ad Abramo, e rivelate ai profeti, generalizzò, perfezionò la condizione morale e sociale di questo tipo ebraico, che da Eva aveva ereditata la umiliazione femminea, e per Maria, risalì alla qualità nobilissima sua originale, cioè di donna, che vuol dire signora, ossia, elevata. La nuova legge varcò il limite ristretto in cui sino allora era stata chiusa l’antica. L’impero romano parve a ciò destinato, poichè valse a facilmente spar-