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nale. La Bucovina austriaca, annessa nel 1775 con un semplice spostamento di frontiera nel tempo in cui i Principati erano sotto la suzeranità turca, conta ancora, malgrado le colonisazioni iniziate dal Governo imperiale (Tedeschi, Lipovani e specialmente Russi, Ruteni, del paese vicino, la Gallizia), 2-300.000 abitanti rumeni. La Bassarabia, che diventò provincia russa soltanto nel 1812 col trattato di Bucarest tra lo Zar Alessandro I ed il Sultano, è rimasta paese rumeno: più di 1.000.000 di contadini parlano ancora l’idioma patrio; colonie rumene tratte da questo paese si sono estese fino al fiume Dniepr, senza mentovare quei poveri esuli che la politica disnazionalisatrice portò, adescandoli con offerte di terre e privilegi, fino al Caucaso e fino alla frontiera cinese. Al di là del Danubio, forse 200.000 Rumeni vivono nello Stato serbo, presso ai fiumi Timoc e Morava; un numero inferiore trovò, nello stesso secolo XVIII°, terreni arabili in condizioni favorevoli sul lido bulgaro e vi si mantennero. I Rumeni della Macedonia, dell’Epiro, della Tessalia, gli Aromâni del Pindo (una parte soltanto riconosce questo nome distintivo, lo stesso che quello di Români, con quel a iniziale che si aggiungeva spesso a certe parole nell’antico idioma rumeno; mà altri non conoscono che questo nome: Români) — , pastori ed anche abitanti dei borghi e delle città di queste contrade, di cui qualcheduna appartiene loro in proprio (come fù già Moscopoli o Voscopolis, oggi Cruşova ecc.),