55La madre di Tiresia, che natia
Era di Tebe, a Pallade sì cara
Visse, che mai da se non la partia.
Se veder di Curalio il bosco, o l’ara
Di Coronéa e d’Aliarto vuole,
60Colà dove il Teban vendemmia ed ara,
O la piaggia di Tespi, con lei suole
Di Tiresia venir la madre altera,
Nè feste la diletta nè carole
Se Cariclo non è capo di schiera;
65Ma di lacrime amare un largo fonte
Da sì dolce amistà per nascer era.
Nell’ora che più al Sole arde la fronte
Ponevano le membra in Ippocrene,
Alti silenzi possedeano il monte.
70Tiresia che volgea per quelle arene
Senza più compagnia, che i veltri sui,
Per gran sete appressò le fresche vene,
E cose, che veder non lice a nui,
Lasso! mirò nei desiati fiumi;
75Perchè irata la dea si volse a lui: