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Ed egli soggiugnea: se di tai pegni
     35Me genitor le dee sempre faranno
     Gelosa a grado suo Giuno si sdegni;

Tutte le brame tue piene saranno,
     Trenta arroge città, che onore e lode
     Daranti, e nome da te sola avranno,

40E per terrestri e per marine prode
     In dono ti verranno are e foreste,
     E di porti e di vie sarai custode.

Chinò la testa sorridendo queste
     Parole, e la fanciulla a Leuco volse,
     45A cui le spalle una gran macchia veste;

Alla riva del mar quindi si accolse,
     Ove uno stuol di cento donzellette
     Leggiadra compagnia! seco si tolse:

Teti marina e Cérato godette
     50Vedute con la figlia di Latona
     Andar lor figlie in un drappel ristrette.

Per le mura trovar, che il Fabro introna,
     Di Meliguni all’isoletta trasse,
     Che di Lipari in voce ora risuona. 1