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PRIMO. 3S

  • 7> 0 S£ A %eal (difi ella) à cui ri nebbia

Quant’ì creato, il cui valor profondo Tuttoproduce: ond’à ragion ti chiami éMadre } e Signora vniuerfdl benigna. yfèperchè-nome babbi di madre s e madre ‘Ibi ciò, che nafee, con effetto jìj, Si che d’et atei Mondo ancora a u anz] s Men però vaga, ò frefea altrui ti mofìri; Cht’lparto, e Itempo in te Vaghezza accrefce, Queili j ella te ben degno, e grato figlio Fùfempre, e i*opre tue leggiadre, e care Ciò con diletto contemplando ognhora, tÀ te [eri viene, ò Dea,per farti conto Quanta ei celi virtù nel nobilfieno * ZWJ temer giri, ch’ai nome tuo ribello lituo pregio fouran brami limolarti s Cht’l vuolfol con tua grati a, e con tua pace» £ l brama a fin, che più non giaccia occolto a lituo doppio valor, quanéio fon teco. lo fon colei, chel tuo Voler,feuente Ti altro impedito 3 alfuo felice fine b Con maeilreuol man talhor conduco, Negl amai teco di poter concorfi, C Figlia de’ figli tuoi, (e non tua figlia. (hepur tantoprt; onalio men vado altera, B 2 Se La Ni tura ferra pre più bella, guanto più par ti ella viene producendo. Fù Filofofo «La Natura vale doppiamente quand ’ ella viene aitata da l’Arte, b L’Arte fpefFo aifa gli effetti «e!| a Nstura, e dà loro perfcttione. c L’Arte figli* de gli huomiri, che foro figliutli dell*’ Natura.