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sere veramente buoni cristiani. Chi crede ed in qualche modo prega, ma non usa a’ Sacramenti è cristiano solamente a metà, cristiano di parole più che di opere, e volontariamente si priva degli aiuti indispensabili a correggere i nostri difetti, e ad acquistare le virtù che sono al tutto necessarie per piacere al Signore, e meritarsi il premio di vita eterna. Facili come siamo a cadere se non ricorriamo spesso al sacramento della penitenza, in cui lo spirito si rinnovella, in breve tempo l’anima nostra diverrà come campo selvaggio, ricoperto di cardi e di spine, deforme agli occhi di Dio; e guai a noi se in tale stato ci cogliesse la morte! — E se noi non ci nutriamo con qualche frequenza del cibo dei forti, che è l’Eucaristia, necessariamente languiremo nella nostra inerzia. Ne’ tempi difficili delle persecuzioni la santa Eucaristia rendeva i cristiani superiori ad ogni tormento; l’Eucaristia innalzava a nobiltà più che umana tanti abitatori de’ deserti; l’Eucaristia sollevava la mente ai Dottori; l’Eucaristia rendeva dolci le lagrime ai penitenti; l’Eucaristia santificava innumerevoli anime poste nelle più svariate e difficili condizioni. — Nel secolo decimosesto i giorni correvano avversi alla Religione di Cristo, e pericolosissimi pei fedeli: con quali mezzi s. Pio V, s. Carlo, s. Filippo Neri, gli Ignazi, i Camilli, i Calasanzi ed altri santi di quei tempi riuscirono a correggere i costumi, a rimettere in onore la pietà, ed a far fiorire la più bella virtù del Vangelo? Non è forse col condurre i fedeli ai piedi dell’altare eucaristico, e renderli frequenti all’adorazione di Gesù sacramentato, frequenti a riceverlo in santa Comunione? Così è, o D.: l’avvicinarsi affettuosamente a Gesù fu in ogni tempo il mezzo sicuro