di non andarci,
e che non saprebbe resistere, finalmente, alla ressa
di lui, e che si contaminerebbe, nuovamente, di amplessi
adulteri. E così rimeritava il buon marito della fiducia
illimitata, della piena libertà concessale! Così adempiva
a’ doveri materni! Invece di accudire a’ figiuoletti,
d’istruirli ed educarli, invece di badare alla casa, in braccia
al drudo, eh? In que’ giorni di svago, i fratelli e lei
avevano speso anche più dell’usato, accumulando nuovi
deficit agli antichi: dove prenderebbe il denaro? Ed era
giusto, era onesto il dilapidare la sostanza del marito, lo
sperperare il patrimonio de’ figliuoli, per inutili sfoggi o
per saldare i debiti di giuco de’ germani? Pensava così,
con gli occhi intesi, con le labbra strette, con le braccia
rigide, senza che un moto, un cenno rivelasse la tempesta interna. La Salmojraghi, all’incontrario, vinta da
stanchezza voluttuosa, riandava i piaceri goduti, le belle
cose viste in que’ giorni. Vaghi que’ dintorni di Napoli,
sempre! vaghissimi, poi, quando si percorrono, in brigata,
di primavera o d’autunno, col cielo senza una nuvoletta,
tutti amici, giovanotti spensierati e baldanzosi,
donne sorridenti e benevole! Cogliere il capelvenere ne’
vomitorî degli anfiteatri a Pompei o Pozzuoli; fare
echeggiare paurosamente di risa le grotte di Ercolano;
so io di molto! La lombarda diè