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i pensieri, senza, per questo, temer nulla; e, per natura sua propria, non sarebbe stata buona a custodire un secreto del cuore, ad occultare una preferenza, per interesse o riguardi. Era di quelle nobili creature, che non sanno rassegnarsi all’ipocrisia, alla menzogna quotidiana; e, per le quali, ogni trascorso diviene scandalo: ma, ripeto, trascorsi non ce n’erano stati punti. Tanta intrinsechezza sorse repentinamente, fra le due, che il povero Gabrio dovè consentire a mandar moglie e figliuola ospiti in casa Ruglia, ed andarsene egli col fratello, invece di occupare le stanze, preparate all’albergo per la famiglia: ma vel determinò, specialmente, il pensiero, che la bambina, (la quale pure non poteva stare in piedi tutta la giornata, ned accompagnarli in ogni gita) cessando di esser loro d’impaccio, rimarrebbe, però, ben custodita e cautelata.

Ne’ giorni seguenti, fu una lunga filza di gite e di feste e di banchetti; e lo stesso Consigliere di cassazione scosse, talvolta, la sonnolenza abituale e disertò la poltrona della Corte, per onorare gli ospiti lombardi. Pompei, Caserta, Baja, Capri, i Camaldoli, Pesto furono visitati. La Salmojraghi aveva argento vivo nelle gambe; ed un brio, uno spirito, che infondevano allegria ne’ più ipocondrici. Ma, già, figuriamoci, chi avesse voglia di rimanere ipocondrico in quella