piacere, se iniquo, lascia l’amaro in
bocca. Tuo marito ti ama, sempre; e generosamente.
Egli perdona tutto, alla madre della sua Clotilde. Non
mette condizioni. Vuoi di più? Le permette di metterne,
quante e quali le piacciono. Ti prega, ti supplica, di tornare,
in casa vostra, non per infastidirti con dimostrazioni
di un affetto, che tu dispregi, ma per la figliuola comune,
acciò tu possa gustar le gioje della maternità,
acciò nessuno e nessuna s’arbitri, ad un atto, ad una parola
irreverente e fastidiosa verso di te. Per sè, lui, nulla
chiede; ti chiede, soltanto, di voler essere felice. Fa di
consentire. Oh non iscrollare il capo, così. Rifletti, bene!
Pensa, su quale strada ti se’ messa. Io voglio assentirti,
che questo tuo Della-Morte non sia cattivo; e
ch’egli ti abbia cara; e che false voci il diffamino. Ma
quest’affetto durerà eterno, poi? ma non temi, ch’egli
muti? ma quale sicurezza, quali guarentige t’offre? Credi
tu, ch’egli possa stimarti? ch’egli possa stimare, chi
abbandona marito e figliuola, in questa maniera? Non
dovrà temere, a torto, sì, ma, pur, temere il medesimo,
per sè? Non sospetti tu, ch’egli pensi, così? Qual vita,
Radegonda! Ed hai lasciata la città nativa, e vivi segregata
dal mondo, al quale lui, però, non rinunzia.