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sogna vedere... Senza sapere, che mi promettessi. Del resto, se’ in errore. Io non ho nessun impegno urgente..., cui non possa riparare.» -

— «Maurizio, fammi il favore di guardarmi, un po’, fiso fiso, senz’arrossire!» -

— «Ecco qua, ti guardo. E poi?» -

— «Maurizio, quest’è una bugiaccia!» -

— «T’assicuro... Sull’onor mio...» -

— «No, no, non dire! Senti, non andare in collera, ma... Soffriva tanto, nel vederti turbato, ieri... Ho raccattato il telegramma, che stracciasti: e... Tu hai tanta indulgenza meco... Son tua, in fin de’ conti!... Ho letto anche, gli altri, che erano sullo scrittojo. Mi perdoni, di’? mi perdoni? In somma t’appartengo! Che te ne penta o no, s’anco ti rincrescesse» - poveretta, diceva così sorridendo, non sapendo di dir, tanto, vero! «s’anco ne fossi pentito, m’hai presa. Conviviamo. E mi sembra di avere il dritto di vigilare, anch’io, sull’onor... nostro. Hai debiti di giuoco? Pagali, con questi. Te ne abbisognano altri? Li procacceremo. E tu, persuaditi, di rendermi felice, accettando... Dimostrami di volermi bene, col non far differenza fra le cose mie e le tue.» -

— «Ma no, senti, in coscienza, pel mo-