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averlo, stoltamente, irritato e contraddetto, mentr’egli tornava, a casa, stanco e bisognoso di riposo. Assumeva tutta la colpa del diverbio. Uàh! uàh! Maurizio s’intenerì, anch’egli. Col capo, stretto, a quel seno mollissimo ed appena coperto; accarezzato, baciato... come non provare, se non altro, una secreta compiacenza, nel vedersi tanta potenza assoluta, illimitata, su di una donna bella ed invidiatagli da molti e che, in somma, poi, s’era precipitata per lui? E non c’era, che dire! Egli aveva coscienza d’essere il primo, checchè avesse bestemmiato nell’ubbriachezza. Aveva il convincimento, che quella donna era passata, dalle braccia del marito alle sue, vergine d’ogni altro contatto virile. Ora, secondo le regole del mondo galante, il marito non conta, tutti il sanno.

Come doveva conchiudersi una scena tenera siffatta, posti siffatti antecedenti? Ben so, come io l’avrei conchiusa io. Ma non posso dirvi e precisare cosa facesse il Della-Morte, perchè, già, non ero in camera, lì, presente; e, se ci fossi stato, già, me ne sarei andato, vicino alla finestra, a guardare, attraverso l’impannata, i soldati, che passavano per istrada, tanto per non disturbare que’ due e non crepare d’invidia e gelosia. Ma so, che il caffè era sceso al disotto della temperatura dell’aria ambiente, quan-