Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/137


dagli Orsenigo. 127

rebbe pentita, augurando troppo male dello avvenire.


XV.


La sera stessa, partirono, per Firenze, col diretto notturno, delle nove e quarantacinque. Come rimanere a Milano? O dove andare? A Napoli, no, già; all’estero, no. La capitale era meglio di qualunque altra città d’Italia; e Firenze è tanto tollerante! Alla bella fuggiasca, non resse il cuore di visitare la nonna Teresa sua; le scrisse, bensì, di casa il Della-Morte, una lunga, sconnessa, appassionatissima lettera, in cui tutto le confidava. La vecchiarda si spaventò, pianse, deplorò, ma era tanto parziale per la nipote, tanto avvezza a scusarla ed approvarla e consentire ne’ suoi capricci più matti, da... fare quello, che fece. Andò, velata, alla stazione: volle abbracciarsela, ancora; volle stringer la mano, a colui, che la portava via, e raccomandargliela. Così è, quando si ama molto e si è persona di mondo, certi pregiudizî religiosi, morali, civili cadono, di per sè: che importa la legittimità del legame? le formalità nel contrarlo? Il meno guarentito sembra, quasi quasi, più rispettabile, perchè patto di onore, senza sanzione legale. La indulgentis-