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PREFAZIONE LI

parole talvolta acerbe1, le continue e spesso grottesche inverisimiglianze del poema latino, esalta con insistente ammirazione l’assoluta verità della guerra descritta da Omero.

— Nella Iliade (traduco alla lettera) tutto è conforme alla verità e alle pratiche della guerra. — Un diario di Agamennone non potrebbe essere piú esatto nelle indicazioni di luogo e di tempo e per la verisimiglianza delle operazioni militari. — Quando si legge l’Iliade, si sente, passo per passo, che Omero è stato in guerra, e non ha trascorsa la vita, come affermano i commentatori, in una scuola di Chio2. —

Insomma, lo fa uomo di guerra, generale.

E abbiamo già veduto che ai giorni nostri, degli studiosi medici, basandosi sulle perfette cognizioni anatomiche che Omero dimostra nelle innumerabili descrizioni di ferite, conclusero che dovesse essere medico.

Ma in realtà, chi poi badasse alle mille e mille descrizioni del mare, tutte precise, vivaci, immediate, e alla minutezza ed esattezza onde sono designate le varie operazioni e gli attrezzi e i costumi dei marinari, dovrebbe inclinare a reputarlo marinaio.

E cosí via, non senza legittimo fondamento, potrebbe essere salutato agricoltore, fabbro, architetto.

Ma sarebbero illazioni peggio che arbitrarie. Omero fu

  1. Quand on lit l’Enéide on sent que cet ouvrage est écrit par un régent de collège qui n’a jamais rien fait.
  2. Questo carattere di verità è per Napoleone di tal peso, che egli assume senz’altro le notizie d’Omero come base d’argomentazione storica: «Troie était une grande ville, car les Grecs qui avaient cent mille hommes n’essayèrent jamais de la cerner».